Il Territorio

Situato in provincia di Sassari, Perfugas conta 2.484 abitanti (cens. 2001) che in gran parte risiedono nel capoluogo mentre circa il 15% risiede nell'agro

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Descrizione

Situato in provincia di Sassari, Perfugas conta 2.484 abitanti (cens. 2001) che in gran parte risiedono nel capoluogo mentre circa il 15% risiede nell'agro (frazioni Lumbàldu, Sas Tanchittas, Falzìttu, Campos d'Ùlimu, Mudditonàlza, Sa Contra, Sas Contrèddas e nuclei minori). Il territorio ha una superficie di 60,2 kmq. Il capoluogo comunale dista 15 km. dal mare (Golfo dell'Asinara), 45 da Sassari, 70 km. da Olbia e Porto Torres, 80 km. da Alghero, 230 km. da Cagliari.

Perfugas è sede della II Comunità Montana della Sardegna, di enti regionali (Ersat, Etfas) e di altri organismi pubblici e privati. La sanità fa riferimento a un poliambulatorio zonale, a una farmacia e a un'organizzazione volontaria di pronto soccorso (A.V.I.S.) collegata col servizio 118. Nel capoluogo, nel quale funziona un ambulatorio pediatrico ed esercitano diversi medici specialisti, ha sede una condotta veterinaria. Sono presenti tutti i gradi dell'istruzione obbligatoria (2 scuole materne, scuola elementare e media) e un istituto d'istruzione superiore.

Grazie alla ricchezza di testimonianze archeologiche, Perfugas ospita una sede staccata della Soprintendenza Archeologica per le province di Sassari e Nuoro e un Museo Civico Archeologico-Paleobotanico.

L'ospitalità e la ristorazione possono contare su un albergo, una pensione e alcuni ristoranti, pizzerie e rosticcerie. Nei dintorni, inoltre, sono attivi alcuni esercizi agrituristici.

Il culto viene praticato nella chiesa parrocchiale di S. Maria degli Angeli che ospita una sezione del Museo Diocesano di Arte Sacra col grandioso retablo cinquecentesco di San Giorgio. Sono officiate anche le chiese della Santa Croce, S. Giovanni, la cappella di Mater Purissima e le chiese rurali di Santa Vittoria, Sant'Anna (Lumbaldu) e Sant'Antonio (Sa Contra).
Il capoluogo è ricco di servizi commerciali (supermercati, materiali edili, calzature, mobili, abbigliamento) che ne fanno un punto di riferimento per il territorio circostante.

Al centro del paese è inserito un pregevole templio a pozzo realizzato con blocchi calcarei, databile agli ultimi secoli del II millennio a.C. (predio Canopoli). Esso sorgeva nel contesto di un insediamento protosardo che fa di Pérfugas uno dei pochissimi insediamenti dotati di un ''centro preistorico''.

Dell'età romana sono da ricordare gli avanzi di un ponte a sette arcate e tratti di strada lungo gli antichi tracciati che univano le città di Tibula, Olbia e Carales. Alcuni reperti, costituiti da epigrafi e miliari, sono custoditi nel museo locale. Vi sono alcuni che collocano in corrispondenza di Pérfugas l'antico insediamento di Ericium che probabilmente sorgeva in località Monterennu. In realtà il toponimo Pérfugas corrisponde al latino pérfugae 'fuggiaschi, profughi, immigrati', significato perfettamente aderente all'odierno blasone accudìdos 'immigrati', 'accorsi' e al suo peggiorativo accudidìtzos 'raccogliticci' che è da collegare all'antica popolazione protosarda dei Bàlari, un tempo stanziata proprio in Anglona e nel confinante Monteacuto.

I rioni storici dell'abitato insistono su preesistenze medioevali tra le quali i documenti e la tradizione ricordano una torre trecentesca (Sa Turre) appartenuta a Percival Doria, signore dell'Anglona; un'altra torre di minori dimensioni detta Sa Turritta e un complesso edilizio che viene ricordato come Palattu de sos Doria 'Palazzo dei Doria'.Tra le emergenze più significative è da ricordare il Palazzo del Capitolo (secc. XVI-XVII) che fronteggia la chiesa parrocchiale.

Lungo tutto il lato orientale il territorio è delimitato dal medio corso del fiume Coghinas che lo separa dalla Gallura e nel quale confluiscono i torrenti Silanos, 'Anzos e Battàna, i quali nel corso del tempo formarono il fondo alluvionale della valle dominata dall'abitato. Perfugas confina con i comuni di Erula, Chiaramonti, Martis, Laerru, Bulzi e S. Maria Coghinas; ad est confina anche con i comuni galluresi di Bortigiadas e Tempio.

In antico la valle interna formava un vasto bacino lacustre al quale si devono i resti della cosiddetta ''Foresta pietrificata'' dell'Anglona che emergono dal sottosuolo specialmente in località S'Attàlza e in altri siti. Lungo il corso del torrente Battàna quasi trent'anni fa furono ritrovate le testimonianze del primo insediamento umano in Sardegna (Paleolitico inferiore) che risalgono a un periodo compreso fra 150.000 e 500.000 anni orsono. Altri siti nei dintorni (Pantallinu, Codróvulos) hanno restituito importanti reperti.

La testimonianze della presenza umana in età preistorica sono completate da alcuni insediamenti che risalgono al Neolitico (Contra Aguda) che in alcuni casi assumono forma monumentale (circoli megalitici di Concas, dolmen di Su Lione). Le sepolture ipogee (domus de janas), oltre ad alcuni esemplari di notevole interesse (Domus dell'Ariete, loc. Su Solianu), offrono un sepolcreto di vaste dimensioni (Niedda).

Nel II millennio a.C. il territorio fu interessato da numerosi insediamenti nuragici. Si conservano i resti di una cinquantina di nuraghi fra i quali sono da ricordare quelli a pianta complessa (Tettinòsa, Ruju Anzos, Meju, Crabiles, Cobeltu, Niedda, Majore), alcuni edifici monotorre (Ruju, San Giorgio, Canu, Sa Ruinosa, Modditonalza) e lo pseudonuraghe Filiziu. Nella località Niedda sorge una fonte sacra in tufite grigia.

Numerose sono anche le ''tombe di giganti'' (Su Paladinu, Puzzu Canu, Sas Luzanas, Pubuliòsa). I resti di alcuni villaggi fanno corona ai nuraghi Crabiles, Meju, Niedda e altri. I reperti più interessanti del periodo si conservano nel locale Museo Archeologico-Paleobotanico.

 

Testi di prof. Mauro Maxia

Modalità di accesso:

Accessibile a piedi o su ruota tramite strada asfaltata

Indirizzo

Contatti

  • Telefono: 0795639100

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Pagina aggiornata il 07/06/2024